F1, Suzuka: vince il fattore Max!
- Matteo Landi
- 6 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Verstappen va oltre i limiti della sua vettura e domina. Sul podio Norris e Piastri. Ferrari quarta con Leclerc e settima con Hamilton. Le gioie per l'Italia arrivano da un superbo Antonelli, sesto e autore del giro più veloce.

Spesso si parla di quanto incidono le capacità di un pilota sui risultati conseguiti, ed i meriti delle vittorie vengono soprattutto attribuiti alle qualità della vettura pur considerando che in F1 non ci sono piloti di basso livello (salvo casi eccezionali). Il discorso cambia di fronte a campioni del calibro di Senna e Schumacher, solo per citarne alcuni, piloti che riuscivano ad andare oltre i limiti delle proprie auto, vincendo o convincendo sotto il diluvio o su piste difficili, contro avversari alla guida di mezzi più prestazionali. Potremmo parlare di alcune gare del passato rimaste impresse nella mente degli appassionati, oppure semplicemente osservare quanto messo in mostra questo fine settimana da Max Verstappen. Dopo quattro mondiali conquistati riesce ancora a stupire, (anche se) a dire il vero non dovremmo sorprenderci ma prendere ogni sua impresa come semplice conferma della sua grandezza. Nelle prove libere sembrava quasi faticare mentre cercava il miglior setup per la sua Red Bull, avvicinato persino dal nuovo compagno di squadra Tsunoda che ha preso il posto di Lawson, spedito da Helmut Marko senza troppi complimenti nella squadra satellite Racing Bulls. Poi in qualifica è arrivata la zampata del Campione, quella che ti lascia a bocca aperta. La prima fila avrebbe dovuto essere tutta McLaren, data la supremazia ormai evidente delle vetture papaya, ed invece Verstappen è riuscito a siglare, all'ultimo tuffo, una pole position da urlo. Con questa prodezza ha costruito buona parte della sua vittoria. Considerando anche le caratteristiche di una pista come Suzuka dove è difficile superare. Norris ha provato ad impensierirlo tentando anche una manovra disperata in uscita dalla pit lane quando entrambi hanno eseguito la loro sosta per il cambio gomme. L'olandese non si è scomposto e con grande lucidità ha gestito il risicato vantaggio fino alla bandiera a scacchi. Per tutto l'inverno si è scritto e parlato dell'arrivo di Hamilton in Ferrari, della prevista superiorità McLaren, ed il team Red Bull è stato persino fischiato a Londra, in occasione del grande evento di presentazione di tutte le squadre. In molti si sono dimenticati che il campione del mondo in carica però è quello che porta sul musetto della sua vettura il n°1. Questo weekend, se ci fosse stato ancora bisogno, ci ha dimostrato che per toglierlo dalla sua Red Bull anche Norris e Piastri, seppur alla guida di un mezzo superiore, dovranno faticare.
McLaren: per battere Verstappen serve altro
Fra i due litiganti il terzo gode. Oggi questo non è del tutto vero: il terzo, Max, gode perché ha messo in mostra una prestazione da Campionissimo. Ma se non ha sofferto più di tanto la pressione dei rivali in parte deve ringraziare la gestione del muretto McLaren. Nel finale era evidente quanto Piastri fosse più veloce di Norris. L'australiano si è aperto in radio, facendolo presente, e sapendo che per superare Norris avrebbe comunque avuto bisogno di un "aiutino" da parte del compagno di squadra. Se l'inglese gli avesse lasciato la seconda posizione Piastri avrebbe raggiunto rapidamente il leader Verstappen. Probabilmente Max avrebbe vinto lo stesso, ma per ottenere il suo primo successo stagionale sicuramente avrebbe dovuto faticare molto di più. L'impressione è che la McLaren si sia accontentata del doppio podio, non permettendo a Piastri di "rubare" punti al compagno Norris. L'inglese è ancora leader del mondiale (per una sola lunghezza su Verstappen) ma Piastri complessivamente si sta dimostrando più incisivo del team mate. Paga ancora quell'errore compiuto nella gara inaugurale, ma il campionato è lungo e forse Andrea Stella e compagni dovrebbero osare di più e giocare a due punte contro l'unica della Red Bull: per battere Verstappen non dovranno lasciare niente al caso.
Ferrari: prosegue il momento (?) difficile
Dopo la doppia squalifica cinese era difficile fare peggio. Il quarto posto ottenuto da Leclerc viene ben accolto da Vasseur: dei punti in cascina ottenuti nell'attesa di comprendere meglio la SF-25. Il monegasco invece, davanti ai microfoni di Sky, appare scuro in volto, rassegnato: questo è quanto può dare la sua monoposto, il campionato è lungo ma la base di partenza non è certo al livello in cui credevano di essere a Maranello. A 16 secondi dal vincitore, appena davanti a Russell e Antonelli, il bicchiere per Leclerc è mezzo vuoto. Peggio ancora è andata ad Hamilton, settimo e ad oltre 10 secondi dal pilota italiano. La Ferrari oggi ha diversificato le strategie: il sette volte iridato è scattato dall'ottava piazza con le gomme dure, Leclerc dalla quarta con le medie. Per entrambi però il podio è rimasto un miraggio. L'impressione è sempre la stessa: questa vettura per farla funzionare a dovere deve viaggiare bassa, lo testimonia anche la vittoria nella Sprint in Cina, ma il rischio è di incorrere in imbarazzanti squalifiche, come già successo. La prossima gara si svolgerà in Bahrain, pista su cui sono stati svolti i test prestagionali e della quale le squadre hanno quindi già dei riferimenti. Se anche fra una settimana la Rossa non dovesse conseguire risultati migliori si preannuncia, salvo sviluppi miracolosi, una prima metà di stagione da incubo.
Che weekend per Antonelli!
Pilota più giovane a comandare una gara di F1, il più giovane a realizzare il giro più veloce: signore e signori ecco a voi Andrea Kimi Antonelli! Toto Wolff lo ha ripetuto a lungo nel 2024, quando il bolognese classe 2006 non riusciva ad essere costante in Formula 2: è giovane ma ci sono altri fattori che condizionano i suoi risultati (il team dell'italiano, la Prema, di solito al top, aveva inattese difficoltà nel settaggio della monoposto), vedrete che in F1 vi stupirà. Così sta andando. Oggi Antonelli ha tentato la carta della sosta posticipata, rimanendo in pista più a lungo dei diretti rivali con il primo set di gomme. Dopo il pit stop si è ritrovato Hamilton negli scarichi. L'inglese aveva le gomme medie, in teoria più prestazionali delle dure di Antonelli. Nonostante questo è stato l'italiano a fare la differenza, tanto da scatenarsi in una serie di giri velocissimi, staccando il rivale ed arrivando, all'ultimo giro, persino ad insidiare la quinta posizione del compagno Russell. Ancora è presto per dire se è nata una stella, quel che è certo è che gli appassionati italiani, grazie ad Antonelli, hanno di che gioire.
Voti altissimi per Hadjar, Albon e Bearman
Si è lamentato della sua posizione di guida per tutto il weekend ma viene da chiedersi cosa avrebbe fatto se avesse avuto una monoposto "comoda". Isack Hadjar aveva già mostrato quanto fosse veloce, ed in Giappone ha concretizzato in punti le sue performance. Ottavo al traguardo, ben davanti al nuovo compagno Lawson (17esimo, continua la sua crisi anche nel team satellite), ed all'ex Tsunoda (12esimo e fuori dai punti alla sua prima in Red Bull). Nono è arrivato Albon, ancora molto più incisivo di Sainz, a dimostrazione dei progressi compiuti dalla Williams. Come il thailandese nato a Londra gioisce anche Oliver Bearman: l'inglese ha sovrastato l'esperto Ocon portando alla Haas un altro preziosissimo punto. Ma a Suzuka si sono visti anche diversi errori, specialmente in prova. Doohan ha distrutto la sua vettura tentando di impostare la prima curva con ancora il DRS aperto, ma niente è al confronto della terribile prestazione di Stroll: ultimo in qualifica ed ultimo in gara. Nelle formula propedeutiche aveva mostrato delle ottime performance ed anche nel Circus a sprazzi si era affacciato nelle zone nobili della classifica. Adesso però viene da chiedersi cosa ci stia a fare in F1.
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