Piastri, la stella McLaren
- Matteo Landi
- 3 giorni fa
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In Bahrain domina Piastri e riporta alla vittoria la McLaren. Norris, terzo, viene battuto anche da Russell. Ferrari quarta e quinta.

Correva l'agosto del 2022. L'Alpine stava costruendo il suo futuro sul veterano Alonso, già da un anno e mezzo in forza presso la squadra anglo-francese, quando l'asturiano spiazzò tutti annunciando il suo prossimo passaggio in Aston Martin. A quel punto il team che fu Renault annunciò la promozione di Oscar Piastri a pilota titolare per la stagione successiva. Peccato che non avessero avvisato l'australiano ed il suo management. Nel giro di poche ore arrivò la seconda doccia fredda: Oscar dichiarò di non aver firmato alcun contratto e che, anzi, il suo futuro poteva essere altrove. Fu la McLaren ad accaparrarselo per la stagione 2023, lasciando intendere che Piastri fosse un pilota imprescindibile, che dovesse fare assolutamente parte del processo di crescita di un team che non lottava da tempo per l'iride. Da allora sembra passata una vita ed invece le stagioni in F1 vissute dal giovane australiano, classe 2001, sono appena più di due. Oggi sembra già un campione consumato. Il suo compagno di squadra, l'esperto Norris, lo soffre tremendamente in qualifica, e pure sul passo gara. Ieri Piastri ha artigliato una pole position da urlo, mentre l'inglese sprofondava in una misera (per questa McLaren) sesta posizione. In gara non c'è stata storia: allo spegnersi dei semafori Piastri è scattato meglio, si è involato, e gli altri lo hanno incontrato di nuovo solo in pit lane, a gara terminata. Passato il traguardo ha esultato, ma con estrema compostezza. Come se sapesse in anticipo che la sua quarta vittoria in carriera non è altro che una pratica intermedia verso l'affermazione definitiva: il titolo mondiale. Norris, dopo essere stato parte integrante della crescita della McLaren, dopo aver lottato (e perso) lo scorso anno contro Verstappen, finalmente ha per le mani una monoposto incredibilmente veloce, la più rapida del Circus. Adesso che potrebbe realizzare il suo sogno il nemico lo ha in casa, gioca con lui ad armi pari e se non fosse stato per un banale errore compiuto nella gara inaugurale da Piastri, oggi Oscar gli sarebbe pure davanti in classifica mondiale. Aver concluso la gara del Bahrain in terza posizione, dietro anche alla Mercedes di Russell, per Norris è veramente una brutta sconfitta.
Ferrari: un podio negato dalla safety car
In Bahrain Piastri, come detto, è parso da subito imbattibile. Mentre dietro di lui la battaglia è stata accesa ed interessante. Alla partenza Russell ha immediatamente beffato un Leclerc stupendo e quasi commovente in qualifica, in prima fila nonostante una Ferrari bizzosa che funziona a corrente alternata (vedi il nono tempo in prova di Hamilton), grazie anche alla migliore trazione delle sue gomme morbide al posto delle medie calzate dalla Ferrari del monegasco. Quest'ultimo stava venendo fuori alla distanza, e come lui pure Hamilton. La strategia dei ferraristi prevedeva due primi stint più lunghi rispetto a quelli degli avversari, con due primi set di medie ciascuno. Poi una safety car ha mandato all'aria i piani del team di Vasseur: a poco meno di 30 giri dalla fine in molti hanno sfruttato il periodo di neutralizzazione per cambiare gomme ma le Rosse, obbligate dal regolamento a cambiare mescola, hanno montato degli pneumatici duri che non si sono rivelati affatto prestazionali. Morale: quarto Leclerc, quinto Hamilton, ed il podio continua a rimanere un miraggio. Peccato, oggi sembrava a portata di mano.
Red Bull in difficoltà: ritrova il secondo pilota ma Verstappen è solo sesto
Le gomme dure hanno giocato un brutto scherzo anche a Verstappen: nei giri da lui percorsi con quella mescola la sua lentezza era disarmante. Tanto che l'olandese quattro volte iridato, vincitore della gara passata, per un tratto di corsa non è riuscito a tenere il passo neanche della Haas di Ocon. Il sesto posto finale del pilota di Horner lascia intendere quanto sia difficile questa Red Bull, e fa capire quanto di suo abbia messo Verstappen nella recente vittoria a Suzuka, pista in cui il pilota riesce a fare la differenza. Lo stesso non si può dire del tracciato barheinita. Per Red Bull arriva però una notizia positiva: finalmente un secondo pilota riesce a marcare punti (nono Tsunoda).
Haas, continua a stupire. Gasly: che weekend!
Continua a regalare ottime performance la Haas: sul Circuito di Manama doppio risultato in top ten per il team americano! Ottavo Ocon, decimo Bearman, altri 5 punti in cascina ed adesso la squadra è addirittura quinta in classifica costruttori. Impressionante è stato il weekend di Gasly: quarto in qualifica (lui e Leclerc hanno beneficiato di una penalità subita dalle due Mercedes), un passo veloce in gara ed una settima posizione alla bandiera a scacchi (sventolata da Luca Cordero di Montezemolo) che regala ossigeno al team Alpine.
Gestione delle penalità amatoriale
La nota negativa del weekend viene senza dubbio dalla gestione delle penalità, quasi amatoriale, ad opera dei commissari. In qualifica i tempi sono stati annullati con una certa lentezza rispetto alla rilevazione del superamento dei track limits. Ad Hulkenberg il tempo della Q1 è stato tolto quando i piloti già erano in pista per la seconda sessione. La Williams era furiosa: al suo pilota Albon il ritardo dei commissari ha significato il mancato passaggio del turno. In gara le sanzioni sono arrivate piuttosto rapide quando le infrazioni venivano rilevate ai piloti di bassa classifica, ma l'attesa diveniva quasi interminabile quando vi erano da analizzare le azioni dei primi. Russell ha attivato per errore il DRS, ebbene la decisione di non assegnare alcuna penalità è arrivata ore dopo il termine della gara. La gestione di prove e gara è stata quindi piuttosto farraginosa. Questo avviene in un momento piuttosto delicato per la F1 e non solo. Il weekend del Bahrain è iniziato con le dimissioni del Vice Presidente FIA per lo sport Robert Reid, che ha espresso le seguenti parole: "Quando ho assunto questo ruolo era per servire i membri della FIA, non per servire il potere". Il suo addio non è certo stato un fulmine a ciel sereno, i malumori nella Federazione aleggiano da tempo e la gestione del Presidente Mohammed Ben Sulayem ha destato più di qualche perplessità. Nel 2024 venne assolto dal Dipartimento per la Conformità della FIA al termine di approfondite indagini sulle accuse di potenziali interferenze nelle decisioni sportive 2023. Già da prima sono noti gli attriti fra la FIA stessa e Liberty Media, proprietaria della Formula 1, generati anche dall'insoddisfazione del Presidente FIA circa i criteri di spartizione dei proventi del Circus. Sarebbe un vero peccato se di questo caos istituzionale ne risentisse la battaglia in pista, quella che interessa a tutti gli appassionati.
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